Nell'ambito della proposta di modifica del Codice penale sui reati contro gli animali, la Pdl Brambilla, l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) ha espresso le proprie posizioni in un'audizione alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
Una delle principali obiezioni dell'ANMVI riguarda l'introduzione nel Codice penale della colpa penale per negligenza, imprudenza o imperizia, nonché la circostanza aggravante per i reati commessi nell'esercizio delle funzioni professionali veterinarie. L'Associazione sostiene che le norme sulla responsabilità professionale già disciplinano eventuali condotte colpose dei medici veterinari durante l'esercizio della professione.
Inoltre, l'ANMVI ha sollevato dubbi riguardo alla proposta di modifica del procedimento disciplinare ordinistico delle professioni regolamentate, che prevede la radiazione automatica per i reati in danno agli animali. L'Associazione ha richiesto il mantenimento del procedimento disciplinare vigente per garantire adeguati diritti di difesa agli iscritti.
Un altro punto controverso riguarda l'attribuzione di funzioni di polizia giudiziaria al "personale veterinario" da parte dell'autorità sanitaria. L'ANMVI ha chiesto chiarimenti su questa disposizione, sottolineando la necessità di definire chiaramente il ruolo e la remunerazione del personale coinvolto.
Infine, l'Associazione ha evidenziato la mancanza di disposizioni specifiche per garantire regolari visite veterinarie negli animali detenuti nei centri di accoglienza e di recupero. Secondo l'ANMVI, tali visite sono cruciali per garantire il benessere degli animali e dovrebbero essere previste in modo più dettagliato nella proposta di legge.
L'ANMVI ha sottolineato che una maggiore tutela penale della professione veterinaria contribuirebbe anche a rafforzare la tutela degli animali, compresa la persecuzione del reato di esercizio abusivo della professione veterinaria, spesso sottovalutato dalle autorità competenti.
Infine, durante l'audizione sono stati ricordati i rischi e le violenze cui sono esposti i medici veterinari, sia nel settore pubblico che in quello privato, nonostante le disposizioni sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie. L'ANMVI ha evidenziato la necessità di intraprendere azioni efficaci per prevenire e contrastare tali fenomeni, a tutela della sicurezza professionale degli operatori del settore.