I tre rottweiler che hanno aggredito e ucciso un uomo alle porte di Roma, non avevano mai dato problemi, né manifestato aggressività in alcuna forma. Addirittura hanno convissuto fin da cuccioli sia con i proprietari che con i loro figli, di 11 e 13 anni, in casa. Anche se, stando alle parole del legale dei proprietari, pare che il loro utilizzo fosse in realtà per finalità di “sicurezza”, a guardia dell’abitazione.
Resta da capire perchè tre cani così potenti e probabilmente addestrati per mettere in fuga qualsiasi intruso, abbiano avuto la possibilità di uscire dalla proprietà e costituire un pericolo pubblico, arrivando addirittura ad uccidere un malcapitato, la cui unica colpa è stata quella di farsi una passeggiata in una zona di campagna. La ferocia dei molossoidi è stata implacabile, tant’è che un allevatore, allertato dalle urla, ha tentato di tutto per distrarli dal corpo ormai inerme dell’uomo, già ferito a morte, ma ha dovuto rifugiarsi nella sua auto, dopo essersi difeso con un bastone. Spunta poi ora la testimonianza di una giovane studentessa che portava a spasso il cane e che domenica ha rischiato di fare la stessa fine del jogger.
Intanto continuano le indagini sulla vicenda. I tre cani sono sotto sequestro. Ora le autorità e i veterinari dovranno accertare se la pericolosità degli animali sia dovuta a comportamenti sbagliati, a un addestramento non consono o a maltrattamenti subiti. Ciò perchè, ricordiamolo, in Italia non esiste da tempo alcun elenco di razze pericolose. Dal cagnolino da borsetta al rottewiler sono tutti considerati ugualmente (non) pericolosi. Un’assurdità fortemente voluta dalle associazioni animaliste, che ormai diversi anni or sono, si sono scagliate contro la necessità di distinguere la pericolosità dei cani in ragione della razza di appartenenza (cosa che semplicemente avrebbe potuto tener conto della stazza e della forza tra razze diverse).
Nel 2009 un’ordinanza del Ministero della Salute ha abolito quell’elenco (che prevedeva un patentino per i proprietari), uniformando norme comportamentali per chiunque possieda un cane, di qualsiasi razza e che impone semplicemente l’uso del guinzaglio e della museruola in determinate situazioni.
C’è stata poi una nuova ordinanza nel 2013 (sostanzialmente prorogata nel 2023) che ha imposto, in caso di episodi di aggressione, l’attivazione da parte dei servizi veterinari per accertare le responsabilità del proprietario nel comportamento del cane, visto come eventuale vittima. Solo allora il padrone sarà obbligato ad un percorso di formazione per conseguire il patentino. Il problema che effettivamente a quel punto il cane abbia già morso o ucciso, non se lo è posto nessuno?
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