Ha un che di sproporzionato, dato il contesto (in Italia è da poco stata ordinata l’eliminazione di ben 612 mila cinghiali in un anno), il fatto che l’Enpa si spenda a difesa di un unico cinghiale, sotto accusa, secondo la versione dell'associazione, per la presunta aggressione ad un cane.
“Una fake news” scrive Enpa, dato che il cane risulterebbe essere fuggito. Di qui l’appello dell’Ente Nazionale Protezione Animali alle autorità, a cui viene chiesto di annullare il provvedimento con il quale la Regione ha ordinato l'abbattimento della bestia, tramite sedazione e puntura intracardiaca. L’Enpa si spertica implorando di salvargli la vita, utilizzando invece dissuasori per allontanare l’animale un po’ troppo confidente oppure che, dopo la cattura prevista, sia ospitato in un santuario.
Le cose sono in realtà un po' diverse. Le cronache locali riportano la notizia di una famiglia a passeggio con bambine piccole i loro cani, aggrediti in pieno giorno da un grosso esemplare di cinghiale. Il cinghiale avrebbe caricato marito e moglie e i cagnolini, portando a diffondere l'allarme nella comunità di Campolimpido, nel comune di Tivoli. Uno dei cani inizialmente era stato dato per morto dalla stessa coppia a seguito dell'attacco, salvo poi essere stato ritrovato vivo e riconsegnato alla famiglia il giorno dopo.
Ma il punto non cambia. Perchè quel cinghiale è ovviamente considerato pericoloso per il suo comportamento aggressivo, indipententemente dalla sorte del cane. E il fatto che ne sia stato ordinato l'abbattimento, va, ovviamente, a tutela della pubblica incolumità dei cittadini.