Bufera mediatica sull’On. Michela Vittoria Brambilla dopo un servizio andato in onda domenica 2 febbraio su Rai 3. A partire dai fondi ricevuti dall’Enci (dettaglio uscito dalla precedente inchiesta e già noto), quasi 500 mila euro per finanziare la trasmissione Dalla parte degli animali, ritenuta “fondamentale” dallo stesso Presidente Dino Muto, Report indaga sulla trasmissione, che per ammissione di Mediaset, dopo la morte dell’amico Berlusconi, rimane nel palinsesto solo perché è la stessa Brambilla a pagarne i costi, tramite sponsor, dato che il figlio Piersilvio aveva deciso di cancellarla per i bassi ascolti.
I fondi di Enci alla trasmissione, secondo Report, costituiscono un conflitto di interesse dato il ruolo istituzionale e politico della stessa Brambilla. Critiche analoghe sono arrivate anche da ambienti veterinari, che a seguito della scorsa inchiesta, hanno fatto notare ad Enci che Brambilla si è sempre posta in netta opposizione ai principi stessi dell’ente, che ricordiamolo, tutela le razze e le attitudini di lavoro insite in esse, caccia compresa.
Il prodotto televisivo è finanziato anche dalle pubbliche amministrazioni, come la Regione Abruzzo (40 mila euro) per promuovere il turismo Pet free, la Regione Toscana (altri 40 mila euro), Emilia Romagna (60 mila euro) e la Regione Piemonte (anch’essa con finanziamento di 60 mila euro). A finanziare la trasmissione ci sarebbero anche Lombardia, Liguria e Marche.
Dalla parte degli animali è di fatto una vetrina per l'associazione fondata dalla Brambilla (Leidaa), anch'essa finanziata da fondi pubblici, oltre che da donazioni e lasciti testamentari destinati ad aiutare gli animali. La visibilità in Tv, è stato detto, si trasforma in introiti continui a favore dell’associazione, che sulla carta si occupa di favorire adozioni ed accudire animali in difficoltà. Dal bilancio 2023 risultano entrate per più di 1 milione di euro, di cui il 60% provenienti da enti pubblici, 20% dal 5 per mille, il resto da donazioni e raccolte fondi.
Report sarebbe a conoscenza di fatture (mostrate in trasmissione) che non c’entrano nulla con la tutela degli animali, come auto blu con autista noleggiate per i viaggi della Brambilla in Parlamento, acquisto di bottiglie di vino da 140 euro, alberghi di lusso per soggiorni e incontri, e perfino spese di potatura e di giardinaggio riferibili secondo Report probabilmente al domicilio della Brambilla (la fattura mostrata è inerente ad un intervento a Calolziocorte, dove lei abita).
Già all'epoca della fondazione dell'ormai defunto Movimento Animalista, è stato ricordato, era la stessa associazione a finanziare gli eventi e i comizi. Dalle fatture emergono pagamenti dell'associazione a sostegno di Forza Italia, a cui il Movimento Animalista era di fatto affiliato prima di esserne inglobato (unica eletta fu la stessa Brambilla). Anche questa una situazione difficilmente spiegabile a livello statutario.