Riceviamo e pubblichiamo:
Quando avvenne il sequestro dei pointer "del vento" di proprietà del Medico Veterinario Dr. Giorgio Guberti, FederFauna si chiese se l'essere soci Enci fosse effettivamente sinonimo di garanzie al rispetto di tutte le norme sull'attività cinotecnica, perché non si capiva come qualcuno potesse insistere ad accusare un allevatore, peraltro così noto, dopo due sentenze che lo scagionavano.
E non si capiva dove fossero stati, quel giorno, i responsabili dell'ente che dovevano difendere in primis i cani di razza, visto che lo statuto dell'Enci recita: "ha lo scopo di tutelare le razze canine riconosciute pure, migliorandone ed incrementandone l'allevamento, nonché disciplinandone e favorendone l'impiego e la valorizzazione ai fini zootecnici, oltre che sportivi".
Cosa fece, invece, l'Enci? Deferì alla Commissione di disciplina il Dr. Guberti e sospese l'affisso del Vento: cancellò i pointer che aveva glorificato per 60 anni! In seno all'Enci, solo il Pointer Club provò a tutelare quel grandissimo patrimonio zootecnico, emanando una diffida nei confronti dei custodi giudiziari dei cani, dall'astenersi da qualsiasi condotta che potesse pregiudicare l' integrità degli esemplari in custodia o i valori connessi al loro patrimonio genetico, avendo rilevato come le attività di alcune associazioni sedicenti di "protezione degli animali" pongano in serio pericolo la conservazione dei caratteri genetici e di selezione. Cosa fece l'Enci? Deliberò l'apertura di un procedimento di vigilanza ai fini del commissariamento straordinario del Pointer Club e il 30 luglio, come comunicato dall'AACI, ne sospese il Presidente. A nulla valsero le battaglie di Veronesi per denunciare mancanze e malfunzionamento dell'ente. Poi, finalmente, l'Enci viene commissariato e viene nominato Commissario ad acta Marco Lusetti, un uomo che parla con gli allevatori, non solo con il Cda. Un uomo che ha risposto a Felicetti di non condividere assolutamente l'ideologia animalista ma di credere in un benessere animale di tipo tecnico e di voler lavorare per la promozione e la tutela del cane di razza e di chi con esso lavora. L'Enci cosa fa? Ricorre al TAR contro la nomina.
Per fortuna il TAR rigetta la sospensiva, però l'Enci continua a non pubblicare nemmeno i comunicati del Commissario sul suo sito. In compenso Ciarafoni siede allo stesso tavolo dove siedono gli animalisti, la rivista "I nostri cani" fa tutti i complimenti possibili e immaginabili alla Martini senza mai sollevare nemmeno un dubbio sul suo intenso e preferenziale colloquio con gli animalisti più ideologici ed estremi e, quando Felicetti chiede addirittura un decreto legge di riforma della legge 281/91 che, tra le varie misure, preveda l'introduzione del divieto di vendita di cani e gatti per almeno cinque anni, non si ha nessuna risposta né da Attimonelli, né da Ciarafoni.
Ora, per fortuna, il Ministro Zaia ha nominato Gian Carlo Bosio al posto di Ciarafoni e da chi è arrivata la levata di scudi contro la nomina? A parte logicamente da Ciarafoni stesso, è arrivata dalla Cenni che ha definito "inaccettabile" il comportamento di Zaia e dalle associazioni ambientaliste che dicono che "con questa nomina si rischi la deriva verso posizioni venatorie estremiste e si perda la giusta sintonia fra l'aspetto zootecnico e la difesa del benessere animale, compiendo un pericoloso passo indietro rispetto all'attività svolta finora dall'ente nazionale cinofilia italiana".
L'Enpa che, è giusto che si sappia, ha da poco presentato un consuntivo da cui emerge un avanzo di amministrazione globale di circa 574 mila euro, risultato di entrate per 9.833.549 euro, ha scritto: "il Ministro alle Politiche Agricole sostituisce Marco Ciarafoni, rappresentante dell'ala più responsabile del mondo venatorio, con un esponente che sostiene posizioni venatorie estremiste" quindi è una "Retromarcia culturale gravida di problemi" perché "Con questo atto - dichiara sempre l'Enpa - il Ministro dell'Agricoltura lancia un segnale negativo alle associazioni e ai cittadini, la stragrande maggioranza degli italiani, che hanno a cuore i diritti degli animali e il loro pieno rispetto, considerati non più come strumenti da sfruttare commercialmente, da selezionare e usare per motivi estetici o venatori; ma come esseri senzienti e sensibili, dalla personalità molto complessa". Conclude l'Enpa: "avevamo molto apprezzato il cambiamento di rotta che l'Ente Italiano di Cinofilia aveva di recente iniziato, proprio grazie all'azione di rappresentanti come Marco Ciarafoni. Così, nei mesi scorsi, è stato possibile sconfessare e condannare i metodi usati nell'allevamento Guberti di Ravenna."
Altra aria tira sui blog dei cacciatori e dei cinofili, dove spiccano commenti che vanno da: "Evviva incominciano a CADERE le TESTE" a "Finalmente inizia l'epurazione!! Auguri Bosio!" fino a "Bravo ministro Zaia era ora." FederFauna si limita a commentare che, anche per chi non conosca Bosio, sia sufficiente leggere i commenti degli animalisti per capire che sia veramente l'uomo giusto. FederFauna spera che, anche grazie a uomini come Marco Lusetti e Giancarlo Bosio, mai più un ente preposto a tutelare le razze e gli allevatori, stringa la mano ai rappresentanti dell'animalismo ideologico ed estremo ma torni ad essere un punto di riferimento per tutti i cinofili italiani.