Uno degli argomenti più delicati in fatto di commercio di cani è quello relativo all'età minima e alle vaccinazioni obbligatorie dei cuccioli importati dai paesi stranieri. Qualche mese fa i media da una parte hanno contribuito ad ingigantire le proporzioni delle situazioni di illegalit�in merito alle importazioni dall'est Europa, facendo spesso passare il messaggio che esse avvengono sistematicamente fuori dai canoni stabiliti dalle norme in vigore.
Ma il vero problema secondo Federfauna è che la legge non sia stata applicata, bensì in molti casi solo interpretata. Per questo più volte l'associazione ha sollecitato il sottosegretario alla Salute Francesca Martini e gli organi ministeriali a chiarire la situazione.
Ora, rende noto Federfauna, il Dipartimento per la Sanità pubblica veterinaria tramite il dott. Luigi Presutti, pare abbia inviato agli uffici Uvac (uffici veterinari per gli adempimenti comunitari) una nota che libera il campo da alcuni dubbi. Viene ad esempio confermato che esistono vaccini contro la rabbia, che in Paesi come l'Ungheria, possono essere eseguiti prima dei tre mesi, e ancor più importante, viene stabilito che in caso i cuccioli, introdotti a tre mesi, siano stati vaccinati con un vaccino che preveda richiami ma questi non siano stati eseguiti nel Paese d'origine, possano essere eseguiti a destinazione, a questo punto, senza più titolazione di controllo degli anticorpi.
“Il Ministero della Salute così, oltre ad aver ottenuto un notevole risparmio di danaro pubblico – scrive Federfauna -, ha ottenuto la limitazioni di pratiche, come il vincolo sanitario o il prelievo del sangue, che comportavano per i cuccioli situazioni e trattamenti sicuramente non ideali”.