Franco Zunino, segretario generale dell'associazione Italiana per la Wilderness attraverso un comunicato stampa ha espresso le sue perplessità sulla soluzione avanzata dal sito Econews per ridurre la presenza del lupo attraverso l'utilizzo di cani pastore abruzzesi addestrati. Secondo Zunino la soluzione è una “balla grossolana” perchè “dove ci sono i lupi i danni al bestiame domestico sono inevitabili”.
L'unica soluzione, per Zunino, è quella di tenere basso il numero dei predatori o allontanare gli allevatori dalle zone colpite con un equo indennizzo, così come viene fatto negli Stati Uniti nelle aree wilderness attorno al parco di Yellowstone.
“Nessuno ha mai dimostrato che i cani da pastore abruzzesi contrastino i lupi - prosegue nel comunicato stampa Franco Zunino - Quando i lupi decidono di aggredire un gregge non c’è cane che tenga! E solo se sono una banda, i cani riescono a contenere, e solo in parte, i lupi; altrimenti i bei cani bianchi se la filano con la coda tra le gambe anche loro!”.
A tal proposito accogliamo il commento di Claudio Mangini, presidente dell'associazione Wolfemergency:
La storia ci insegna che i "mastini abruzzesi" vennero selezionati in modo mirato e serio da parte dei vecchi allevatori del centro Italia che dovevano lasciare per giorni interi le loro greggi incustodite - ed in balia di un considerevole numero di lupi - durante le transumanze. Una volta non si selezionavano i cani per fini morfologici", ma utilitaristici e funzionali, lasciando solo il colore bianco come unica peculiarità estetica (il bianco serviva al pastore per distinguere la sagoma del cane e non confonderla con quella del lupo una volta imbracciato il fucile).
Nell'era delle esposizioni e degli show questi cani hanno completamente perso la loro attitudine ed il loro spirito, a favore di una bellezza inaffidabile sotto il profilo funzionale. Ma c'è di più: un cane non nasce guardiano, ma lo diventa...e solo se ha una forte predisposizione di base.
Qualunue cinofilo conosce bene certe regole. Se un allevatore spera di comprare un soggetto (senza avere alcuna certezza sulla sua reale attitudine o provenienza) e lasciarlo a fare la guardia al gregge lì da solo - o in branco - senza alcuna forma di addestramento, sa benissimo di fare un sonoro buco nell'acqua.
Il lupo è un formidabile cacciatore e uno stratega imbattibile. Cani come queli li prende come "aperitivo".
Se quindi il cane non conosce le strategie di caccia del lupo non potrà mai contrastare una predazione di lupi - nemmeno se il numero dei cani è superiore a quello dei lupi stessi.
Nel passtato è stato dimostrato eccome l'eccezionalità dei cani quale metodo di contrasto - o di contenimento - delle predazioni, e c'è una richissima bibliografia storica in merito. Il punto fondamentale è sempre lo stesso: l'ignoranza - spesso usata per arrivare ad altri scopi.
In merito alle predazioni si può tranquillamente parlare di un colossale affare da 70 milioni di euro su cui le Associazioni allevatori vorrebbero mettere le mani. Scandaloso? Non giudico, ma basta che abbiano il coraggio di dire la verità.
L'obbiettivo è sempre lo stesso: riportare la legge sui risarcimenti a quella che era; legge che lo Stato dovette correggere perché risultavano più capi predati che censiti in Italia e quindi obbligò l'allevatore a mettersi in regola con i sistemi di prevenzione (tra cui anche i cani preposti alla guardiania). Recinzioni, assicurazione e cani. Basta che una di queste tre cose venga messa in atto e il Governo rimborsa gli importi per intero: è la legge.
Le associazioni allevatori cosa vorrebbero invece? Semplice: un semplice atto di morte per presunta predazione (sulle cui responsabilità nessun veterinario ASL può dare un parere certo) e milioni di euro a pioggia. Come arrivare a questo? Ancora più semplice: facciamo passare il lupo per un animale nocivo, spingiamo per una legge deroga e abbattiamo i lupi attraverso l'esercito venatorio. Il giochino è vecchio, ma siamo nel 2009.
Ricercatori, tra cui il sottoscritto, di tutto il mondo hanno studiato in modo approfondito il fenomeno ed il lupo stesso non ha più molti segreti sotto il profilo comportamentale, genetico, alimentare, etc.
In merito al fattore cinofilo, WolfEmergency ha da tempo aperto un "gruppo cinofilo" che si occupa proprio di affidare gratuitamente cani altamente preparati per la difesa delle greggi, seguendo gli schemi di lavoro lasciatici dalla storia e dalla cultura abruzzese, perfezionati ovviamente dalle moderne tecniche di addestramento che tengono conto dell'etologia del lupo e dei processi di apprendimento dei mastini.
E' un lavoro lungo e mirato che nessun allevatore del 2009 fa più, ma questo resta un problema umano - non cinofilo o faunistico/ambientale. Le nostre perplessità sono quindi in merito alla buona fede delle Associazioni allevatori e alla superficialità con cui queste affrontano il fenomeno.
Quanto alla "smentita" del Sig. Franco Zunino è stato più volte invitato a convertire la sua parola "verità" in una meno impegnativa "secondo me".Il Sig. Zunino non è un etologo, non è un ricercatore per la specie Canis lupus lupus e non è un cinofilo di comprovata esperienza. Su queste basi non è quindi possibile aprire alcuna forma di dialogo con il Sig. Zunino dal momento che non ha alcuna conoscenza specifica della materia.
Claudio Mangini