Sulla novità dei patentini per i possessori di cani pericolosi, ci si aspetta che a dire la loro intervengano gli addestratori, i quali pare siano stati esclusi dalle dichiarazioni della Martini che, rispetto all'organizzazione dei corsi formativi, ha più volte ribadito la coordinazione di soggetti quali i comuni, le Asl, gli ordini professionali dei medici veterinari, le associazioni veterinarie, le facoltà di medicina veterinaria e, immancabili, le associazioni animaliste.
Interessante il quesito posto in questo senso da Federfauna “e gli addestratori? La Martini ritiene abbiano meno competenza sulla materia delle “associazioni di protezione degli animali”?”. Che non sia stato coinvolto l'Ente Nazionale Cinofilia Italiana (Enci) che dispone di un albo per gli addestratori cinofili e uno per i valutatori cinofili, entrambi istituiti, come si legge nell'apposito disciplinare “per assicurare il controllo dell'affidabilità e dell'equilibrio psichico dei cani iscritti ai Registri genealogici e per consentire un più alto grado di responsabilizzazione dei proprietari nel gestire i propri cani”, rimane una stranezza poco comprensibile.
Federfauna interviene in difesa degli operatori qualificati ed esprime il timore che “gli addestratori, le cui competenze sono dimostrate da risultati concreti sugli animali, siano superati da persone che hanno, come unica competenza, la tessera di un’associazione animalista”.