Rubavano cani da caccia, toglievano loro i microchip identificativi e li rivendevano nelle regioni limitrofe a caro prezzo. Queste le accuse rivolte a 11 persone coinvolte in un traffico di cani scoperto in Lazio grazie all'indagine condotta in sinergia dalla Forestale e dai Carabinieri.
Nulla sarebbe però accaduto se l'allarme non fosse partito da alcuni cacciatori, che subito il furto, hanno prontamente denunciato alle autorità competenti la scomparsa dei propri cani, avvenuta per lo più nella zona di Scandriglia.
Alle denunce sono seguite le indagini della Forestale che, insieme ai Carabinieri e con la collaborazione dell'Asl, ha effettuato i dovuti controlli nella zona ed è risalita a due dei cani sottratti ai cacciatori e segnalati alle autorità. Altri cani non registrati sono stati rinvenuti a Poggio Moiano.
Due persone residenti nel comune di Scandriglia sono state denunciate alla procura come autori materiali dei furti ma si è riusciti a risalire anche ad altre nove persone coinvolte a titolo amministrativo nel commercio dei cani rubati. L'inchiesta comunque è destinata ad allargarsi ulteriormente.