La trasmissione Porta a Porta ieri sera ha dedicato la puntata al dibattito politico degli scorsi giorni sul disegno di legge di ratifica della Convenzione di Strasburgo dell'87 che tra le altre disposizioni in fatto di benessere animale, introduce il divieto di taglio della coda e delle orecchie dei cani.
“E' uno scandalo bloccare il parlamento italiano per decidere se tagliare la coda ai cani”, questo il tema introdotto da Bruno Vespa, con riferimento alla sfiorata crisi di governo per l'emendamento proposto dal leghista Stefano Stefani che mirava a ristabilire il taglio della coda per alcune razze da caccia.
“La coda va tagliata nell'interesse degli animali – dichiara il Presidente della Commissione Esteri della Camera Stefano Stefani in un filmato a commento della questione – un cane che esercita la caccia alcune tipologie è soggetto a ferite che possono trasformarsi in necrosi”.
Il servizio ha riassunto l'animata discussione in aula sull'emendamento, osteggiato da una parte del Pdl, che su richiesta di Roberto Antonioni, relatore del testo, ha invitato la Lega (che ha trovato l'appoggio dell'Italia dei Valori con Gabriele Cimadoro) a ritirare il proponimento per posizioni giudicate inconciliabili con la maggioranza. Il tutto si è concluso come sappiamo dopo due giorni di acceso dibattito con il rinvio del testo alle commissioni su proposta dell'Idv e l'appoggio del Pd.
Tornati in studio gli spettatori hanno avuto un assaggio di ciò che è avvenuto in parlamento. “Il taglio di orecchie e coda nel cane causa dolore agli animali. - Ha detto il ministro al Turismo Vittoria Brambilla, accompagnata in studio da un alano e un bastardino di sua proprietà - E' come tagliare le mani ad una persona, orecchie e coda servono all'animale per comunicare”. Secondo il Ministro il "fine venatorio" non può essere una giustificazione, "basta non andare a caccia" ha aggiunto. “La ratifica della Convenzione di Strasburgo – ha dichiarato il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini – è un atto di civiltà”. Sugli stessi toni l'esponente dei Verdi Angelo Bonelli che ha definito gli interventi sui cani di cui sopra “una barbarie strettamente legata al mondo venatorio”.
A difendere l'emendamento di Stefani è stato invitato a dire la sua l'On. Gabriele Cimadoro (Idv), il quale in qualità anche di cacciatore e appassionato cinofilo, ha tenuto a sottolineare che l'amputazione della coda è necessaria per alcune razze da caccia autoctone (si parla di 4 razze in tutto) e che se effettuata nei primi giorni di vita non causa nessun dolore all'animale. Su questo punto Cimadoro ha citato altri paesi europei come Germania, Inghilterra e Francia che pur avendo ratificato la convenzione, hanno concesso il taglio della coda per alcune razze sulla base di uno studio dettagliato che certifica tale necessità.