Marco Ciarafoni, presidente del Consiglio Nazionale dell'Arcicaccia, commenta positivamente la sentenza del Tar del Lazio, la quale ha ritenuto illegittima l'azione del Ministro Zaia sul commissariamento del libro genealogico del cane di razza. Per Ciarafoni si tratta di “un brutto colpo per il ministro Zaia, che probabilmente male consigliato, - commenta - ha ritenuto di cedere alle pressioni di quanti, anche all’interno del suo ministero (e questo è più grave se riferito a funzionari e dirigenti) hanno ragionato personalizzando le problematiche in essere anziché rispondere agli interessi generali della cinofilia italiana”.
“La sentenza del Tar – spiega Marco Ciarafoni, – conferma la giustezza dell’avvio di un primo parziale lavoro di rinnovamento svolto dal consiglio dell’Enci del quale facevo parte quale rappresentante del ministero delle politiche agricole prima che venissi rimosso dal Ministro Zaia per aver sostenuto gran parte delle decisioni che oggi il Tar considera illegittime - puntualizza Ciarafoni -. Se il ministro subito dopo il suo insediamento avesse avuto la bontà di prendere in considerazione la mia richiesta di incontro forse avrebbe avuto migliori elementi per poter giudicare”.
Ora, secondo l'esponente di Arcicaccia, si riapriranno alcuni capitoli che meritano di essere riconsiderati e che troppo frettolosamente in seno all’Enci, per ragioni di accomodamento, sono stati trattati modificando le decisioni precedentemente assunte ad iniziare dal legittimo riconoscimento del Club Bleu de Gascogne e del Club del Segugio Maremmano.
Secondo Ciarafoni ora ci sono tutte le condizioni per realizzare una nuova stagione della cinofila italiana: “C’è ancora qualche mese prima dell’Assemblea elettiva di aprile – spiega -. Si apra un grande cantiere di confronto con i soci, gli allevatori, i proprietari dei cani, tutti gli addetti ai lavori. Non si tema la partecipazione ma venga, di contro, favorita. Si definisca il progetto, si fissino gli obiettivi. Così sarà possibile mettere all’angolo le troppe meschinità che si incuneano nel nostro mondo e che fanno perdere tempo e risorse per ottenere giustizia e rispetto della legalità. Evitiamo che l’Assemblea sia l’occasione solo per ripetere la solita conta. Non perdiamo il treno e soprattutto apriamo le porte per dare speranza, trasparenza e futuro a questa grande passione”.
Ciarafoni si è espresso anche sulla recente approvazione della Camera del testo che metterà fuori legge il taglio della coda nei cani. “Per la prima volta le ragioni, ancorché giuste del benessere animale, non trovano riscontro con l’esigenza di garantire, a specchio, pari dignità alla missione zootecnica.
"Non c’è solo il problema del taglio della coda per determinate razze, peraltro affidato in deroga ad un successivo regolamento di pertinenza del ministero della salute, vale a dire al libero arbitrio di un organo monocratico (oggi può decidere in un modo domani nel senso opposto). Ci sono mille altri problemi – prosegue Marco Ciarafoni - a cominciare da quelli di carattere sanzionatorio e penale per finire al riconoscimento, per legge, solo delle associazioni di protezione degli animali. Nessun cenno all’Enci se non in un ordine del giorno (non votato ma acquisito) che impegna il ministero della salute ad ascoltare l’Ente sul regolamento da definire. Di contro l’ordine dei veterinari sarà audito in forza di legge. La differenza è decisamente sostanziale”.