La
diffusione della rabbia silvestre pare sia un fenomeno scoppiato negli ultimi mesi, da quando cioè è stata imposta la vaccinazione
obbligatoria dei cani a partire dal Friuli Venezia Giulia, regione da cui si è diffuso il contagio proveniente dalla Slovenia. Cosa si è fatto però sul fronte della prevenzione? Secondo Federcaccia Veneto la Regione non ha agito per tempo.
"Prevenire significa intervenire prima e non quando l’infezione rabbica ha gia colpito il territorio del Veneto" ammonisce Federcaccia che ricorda come i primi focoloai della malattia risalgono a circa due anni fa. "Nel frattempo - ribadisce l'associazione venatoria il competente assessorato Regionale del Veneto è stato a guardare, a nulla sono valse le molte sollecitazioni ad intervenire da parte anche della FIDC, non ultima quella ufficialmente richieste a Rovigo nel Ottobre scorso nella quale il pericolo dell’arrivo della rabbia silvestre anche nel Veneto è stato segnalato puntualmente dal mondo veterinario e dal mondo venatorio. Segnalazione passata tra l’indifferenza generale da parte degli organismi preposti che orano vantano di essere “intervenuti tempestivamente” per scongiurare il pericolo".
Fidc critica le soluzioni intraprese dalla regione: "Ora si interviene con un impegno di spesa di un milione di Euro ( tanto paga sempre “pantalon” … dice un detto veneto) da parte della Regione Veneto per le vaccinazioni dei cani e per gli animali allo stato libero ( vedi articoli allegati)".
"Come cacciatori siamo stanchi di subire altre al danno anche la beffa - spiega Federcaccia Veneto -. La beffa è quella che ora si vuole vietare l’uso del cane da caccia sul territorio anche se vaccinato regolarmente".
"Auspichiamo e chiediamo a nome del mondo venatorio a gran voce - conclude il comunicato - che almeno nel Veneto si applichino gli stessi provvedimenti usati nel Friuli dove è permesso l’uso del cane per la caccia regolarmente vaccinato".