Anche se può sembrare una provocazione, non lo è. A pensare che una delle razze considerate più pericolose in realtà è la più adatta ad interagire con i più piccoli, è il dog trainer Simone Dalla Valle, specializzato nel recupero di cani aggressivi, che intervistato dal Corriere della Sera precisa le sue convinzioni.
“Ci sono razze pro-sociali e predisposte al contatto con l’uomo e nonostante quello che si pensi anche per colpa di certe enfatizzazioni dei media questi sono proprio i molossoidi – spiega Dalla Valle-. Sono molto giocherelloni. Problematici con gli altri cani, perché hanno un carattere dominante e tendono a scontrarsi con esemplari simili a loro, ma sono ottimi nel rapporto diretto con l’uomo. Ovviamente, vista anche la loro forza e la loro stazza, necessitano di una seria socializzazione e di una crescita idonea”. Secondo l'esperto anche i cani da caccia sono molto affabili nei confronti delle persone. E ad essi si aggiungono tutti gli incroci e i meticci di queste razze. Ma il top per i bambini, secondo Dalla Valle, sono proprio i più discussi e discriminati: i pitbull, gli amstaff e tutti quelli di tipo bull.
“E' chiaro che un rottweiler tenuto quattro anni da solo a fare la guardia nel cortile di una ditta, non può poi essere messo al fianco di un bambino – continua il dog trainer- . Un cucciolo dello stesso genere ma ben socializzato, invece, difficilmente darà problemi”.
Anche se è sicuramente valido il ragionamento del signor Dalla Valle ed è credibile il fatto che un cane potenzialmente pericoloso come un pittbull se ben educato può essere un buon cane da compagnia, forse non si dovrebbe perdere di vista l'elevato rischio che si corre nell'incentivare l'opinione pubblica ad acquistare questo tipo di cani, che, come sappiamo sono per il 90 per cento delle volte protagonisti degli episodi di cronaca nera che raccontano di aggressioni canine.
Rimane il fatto che non tutti sanno come educare un cane del genere ed interpretarne eventuali campanelli d'allarme. Senza contare che la legislazione vigente non aiuta in questo senso, se non in caso di aggressione già avvenuta.