Riceviamo e pubblichiamo
Gia' l'estate scorsa, un noto quotidiano scriveva: "Ogni anno in Italia aumenta il ricco business basato sul sequestro e la vendita di esemplari pregiati." L'articolo parlava di un giro d'affari di almeno 40 milioni di euro, per i circa 26mila cani di razza pregiata, che in base alle denunce dei proprietari, verrebbero rapiti ogni anno nel nostro Paese.
Non soltanto esemplari di grossa taglia, che potrebbero venir impiegati nei ring da combattimento, o cani da caccia e da tartufo, che se addestrati arrivano a valere cifre da capogiro, ma anche animali pregiati, in particolare di piccole dimensioni, perche' piu' facilmente possono essere rivenduti a meta' prezzo in altre regioni e, talvolta, anche all'estero. L'articolo pero', faceva riferimento solo ai "rapimenti" di animali, cioe' a fatti che avvengono ai danni di detentori completamente all'oscuro.
Che fine fanno gli animali "sequestrati" ai loro proprietari, per presunti "maltrattamenti", affidati ad altri detentori quali le associazioni animaliste, e poi dichiarati morti, liberati o comunque spariti, nel caso il procedimento penale si concluda con l'assoluzione dell'imputato? Ormai i casi di questo tipo non si contano piu' ed avviene anche che i sospetti si concretizzino in certezze, come in una vicenda recentemente accaduta in una Regione del Nord Italia, in cui gli animali sequestrati ad un commerciante e dichiarati liberati, sono poi stati ritrovati in vendita presso un altro commerciante sempre del nord.
Il fatto ha creato non poco scompiglio e gli uffici di FederFauna sono stati tempestati di telefonate da parte di persone che sono state vittime di fatti analoghi. Molti pero' hanno dichiarato di aver paura a rendere pubblico il proprio nome e ad agire per vie legali, soprattutto perche' il sequestro era stato operato da "gente in divisa". Altri hanno raccontato di aver addirittura ricevuto minacce e subito atti intimidatori per aver provato a dar notizia di tali situazioni. Come era gia' avvenuto per i traffici di randagi verso la Germania o altri Paesi Europei, oggi anche per i traffici di animali sequestrati, ci si chiede perche' gli animalisti che ogni anno redigono un rapporto sulla zoomafia, non inseriscano un apposito capitolo.