Il rapporto tra il cane da caccia e il cacciatore. Questo l'argomento al centro di un incontro organizzato dal Rotary Club di Viterbo pochi giorni fa, per approfondire un tema caro a tutti i cacciatori, quello del legame fortissimo con i propri cani, un connubio che ha radici lontanissime e dura da più di diecimila anni.
L'attività venatoria è da sempre legata al ruolo e alla funzione del cane ed ha aiutato l'uomo ad evolvere e a migliorare le sue tecniche di caccia, come illustrato da Mario Sapia, giornalista, oltre che giudice cinofilo, esperto del settore e firma della storica rivista “Diana”, principale punto di riferimento editoriale d'Italia per i cultori e gli appassionati dell'arte cinegetica.
Mario Sapia ha ampiamente trattato l’argomento partendo dal rapporto che l’uomo ha con questa specie eletta, per poi passare alla minuziosa descrizione delle diverse razze che la rappresentano, ognuna con le proprie peculiarità e il sistema operativo che le rende preziose nel vasto panorama cinotecnico, tematiche collegate ad un universo che ancora oggi non smette di affascinare, stupire e aprire nuovi canali di conoscenza ed evoluzione.
Alla serata rotariana sono intervenuti esperti, tecnici ed appassionati del settore tra i quali: Andrea Amici, docente di Gestione delle Risorse Faunistiche presso l’Università della Tuscia, Mauro Gianlorenzo, dirigente dell’assessorato Caccia e Pesca della Provincia di Viterbo, Enrico Brinsciaglia, presidente della Sezione Urca (Unione Regionale Cacciatori Appennino) e Carlo Mariotti, presidente del Rotary Club Bolsena e Ducato di Castro.