Due giorni fa nel cortile di una scuola materna di Barrea (AQ), si è aggirato indisturbato un lupo adulto proveniente dai boschi del Parco nazionale d'Abruzzo. Il fatto ha suscitato l'entusiasmo dei bambini che dalle finestre hanno potuto osservarlo ammirati fino all'intervento degli agenti della Forestale, i quali hanno tentato di catturare l'animale con l'ausilio di narcotici ma senza successo. Dopo vani tentativi, così come era arrivato, il lupo se ne è tornato nel suo habitat naturale.
Sulla questione si registrano alcune polemiche e perplessità. I lupi si stanno spingendo verso i centri abitati? Come mai si avvicinano così tanto all'uomo senza temerlo? Secondo alcuni dipende dal fatto che quell'esemplare in realt�non è un vero lupo ma nel suo dna ci sono molte attinenze con il cane. Lo spiega per esempio Dino Rossi, fondatore del movimento allevatori abruzzesi Cospa, che addirittura suggerisce in questi casi l'abbattimento dell'animale.
"La loro genetica è stata nel tempo modificata a causa del mutamento delle condizioni ambientali e dei contatti con i cani inselvatichiti. Nei branchi dei veri lupi ad accoppiarsi per la prosecuzione della specie sono solo gli esemplari più forti e autoritari, i capobranco. Cosa che non avviene più perchè molti animali si sono imbastarditi, sono diventati più cani che lupi e quindi tendono a non aver paura dell’uomo, a diventare più domestici".
"I vari interventi protezionistici, dice Rossi, li hanno pensati e compiuti negli ultimi decenni dei politici incompetenti, dei burocrati che vivono a Roma o altrove e dei lupi veri non sanno praticamente nulla. le aree protette stanno diventando “serbatoi di animali inutili” o addirittura dannosi per le aziende agricole, per gli allevatori e per le persone che vivono nella natura e di natura".
(In Abruzzo)