In Italia troppe medicine per l'uomo sono quotidianamente somministrate anche agli animali da compagnia e da allevamento. A sottolinearlo è un intervento del sottosegretario alla Salute Francesca Martini che ha annunciato l'intenzione del ministero di intervenire sul problema, grazie anche allo stimolo giunto dalle associazioni di categoria (allevatori, veterinari e produttori di mangimi). Sono già state predisposte linee guida per "istituire un percorso di tracciabilità del farmaco veterinario" che coinvolge produttori, distributori e centri di cura. Altra iniziativa: linee guida per la migliore gestione del sistema di farmacovigilanza "per implementare la raccolta di sospette reazioni avverse, la mancanza di efficacia".
Secondo regole fissate da una normativa europea l’animale da compagnia o da reddito dovrebbe ricevere come prima scelta il farmaco veterinario indicato per la patologia di cui soffre e, solo nel caso questo non esista o non possa essere importato da altri Paesi europei, dovrebbe essere curato con un prodotto per l’uomo basato sullo stesso principio attivo. Cosa che non avviene sistematicamente. Vengono perciò somministrati farmaci di cui non si conoscono gli effetti collaterali per altre specie.
Ma Marco Meloni, rappresentante dell’Anmvi (l'associazione nazionale dei medici veterinari) al tavolo ministeriale sull’uso in deroga dei farmaci, minimizza sugli effetti collaterali: “sono molto scarsi o assenti. - dice - E’ una procedura da incoraggiare ricordando che è un obbligo da parte del medico”. Gaetana Ferri, responsabile del dipartimento per la salute animale del ministero amministrato da Ferruccio Fazio, conferma.
Nel 2009 il registro di farmacovigilanza ha raccolto appena 126 casi, più della metà riguardanti cani e gatti. Il ministero sta adottando una serie di misure per mettere ordine.
Recenti notizie, rilevano invece che la quantità di antibiotici utilizzati per gli animali di allevamento (polli, maiali, bovini etc) supera quella degli antibiotici utilizzati per gli uomini, che poi, mangiandoli, ne subiranno comunque le conseguenze. Sarà vero? La Martini, sempre pronta a pontificare sui gatti e sui cani da salotto, che dice?
(Corriere della Sera)