Con un intervento diffuso dall'Ansa,
l'associazione animalista Lav ricorda l'entrata in vigore del decreto legge in materia di “Disciplina sanzionatoria per la
violazione delle disposizioni comunitarie che vietano la commercializzazione, l'importazione nella Comunita' e l'esportazione fuori della Comunita' di
pellicce di cane e di gatto e di prodotti che le contengono''.
Il Governo italiano, recependo la direttiva comunitaria, ha introdotto pene molto severe che vanno dall''arresto da tre mesi ad un anno a sanzioni da 5mila a 100mila euro, oltre alla confisca e distruzione del materiale a proprie spese.
La norma italiana, inoltre, adegua le denominazioni precedentemente utilizzate per identificare le specie animali, sostituendo le parole 'canis familiaris' con 'canis lupus familiaris' (scientificamente corretta) e 'felis catus' con 'felis silvestris', sostituzione questa particolarmente significativa poiche' comprende numerose sottospecie.
''E' il momento di adottare un adeguato piano di controlli per stroncare il commercio di pellicce di cani e gatti - ha detto Simone Pavesi, responsabile Lav settore pellicce - . Servono subito ispezioni su pellicce e abiti confezionati con inserti in pelliccia, provenienti in particolare da quei Paesi, come la Cina, che abitualmente usano pellicce di cani e gatti''.
(Ansa)