Ieri, mercoledì
26 maggio, il Consiglio di Stato ha bocciato definitivamente l'ordinanza Martini relativa alle misure per garantire il benessere degli animali d'affezione, già sospesa dal Tar del Lazio a dicembre, grazie al ricorso presentato da Federfauna.
L'Ordinanza contingibile ed urgente recante misure per garantire la tutela e il benessere degli animali di affezione anche in applicazione degli articoli 55 e 56 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, secondo la confederazione degli allevatori e degli operatori di settore avrebbe avuto effetti negativi in termini di costi e obblighi per i proprietari di canili, senza migliorare realmente le condizioni di vita degli animali ma semmai, disponendo ulteriori privilegi per gli animalisti.
L'ufficio legale di Federfauna, in rappresentanza di diversi proprietari di canili, riferisce della definitiva decisione del Consiglio di Stato, che ha bocciato di nuovo il ricorso in appello del Ministero del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. I giudici hanno confermato la mancanza dei requisiti necessari per l'emanazione di un'ordinanza con carattere d'urgenza.
La battaglia pare non essersi ancora conclusa su questo fronte. La Martini ha infatti annunciato la presentazione del Ddl sul Codice per la tutela degli animali d'affezione. Una misura che a detta dell'esponente leghista disciplinerà tutti gli aspetti, riprendendo anche il contenuto delle precedenti ordinanze emanate. La Martini ha anche voluto sottolineare, d'accordo con l'onorevole Viola del Pd, “la necessità di coinvolgere pienamente, anche in ambito parlamentare, le associazioni animaliste”.