Le Onlus possono sempre definirsi associazioni non lucrative? Secondo Federfauna non è sempre il caso di alcune organizzazioni animaliste che invece dietro una facciata di ammirevole volontariato, nascondono veri e propri business.
La Federazione, che intende difendere “chi vive di e con gli animali alla luce del sole”, la settimana scorsa ha sollevato il caso di un'associazione animalista (una delle tante), “che nata solamente nel 2005 con un fondo di dotazione iniziale di mille euro, presentava nel bilancio 2009 ricavi per oltre 770mila euro e costi di esercizio per oltre 732mila, di cui quasi 480mila di "donazioni" verso una filiale all'estero”. Su cifre simili si aggirano anche i bilanci della Lav (Lega Anti Vivisezione) e dell'Enpa, entrambe registrano utili superiori a diverse centinaia di migliaia di euro.
L'Enpa in particolare ha un incassato introiti per un milione di euro. Tra le prime trenta organizzazioni no profit a ricevere il 5 per mille degli italiani, ha di fatto ricevuto più soldi di molte onlus che si occupano invece di bambini o di anziani.
Federfauna si chiede come vengano impegnate tali risorse e quanti soldi rimangano in tasca alle organizzazioni. Sulla scia delle iniziative intraprese dal senatore Valerio Carrara (Pdl) per far luce sui finanziamenti pubblici e gli altri benefici economici delle associazioni animaliste e in attesa che tali interrogazioni parlamentari abbiano risultato, la Federazione degli allevatori e operatori del settore, annuncia la sua prossima azione legale "per chiedere alla Magistratura di sciogliere quei nodi che la politica, forse perche' impegnata in "questioni piu' importanti", forse per convenienza di qualcuno, sembra non voler sciogliere".