Ancora una volta ci si chiede cosa possa aver portato due apparentemente docili rottweiler a massacrare l'ennesimo bambino (di soli 5 anni), che in un attimo di distrazione dei genitori è riuscito ad accedere nel recinto della casa dello zio, dove erano custoditi. Il piccolo ha riportato ferite gravi alla testa e al volto ed attualmente è ricoverato all'Ospedale Riuniti di Bergamo con prognosi riservata.
Secondo l'ordinanza per la tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressività canina, voluta dalla Martini lo scorso anno, tutti i cani sono uguali e la pericolosità prescinde dalla razza. I cani impegnativi sono quindi quelli che hanno già dato segno di aggressivit�e se lo hanno fatto, la responsabilità è dei padroni che non hanno saputo educarli. Un principio prettamente animalista, che non risolve il problema e che incentiva l'idea che non esistano cani su cui l'attenzione deve essere massima.
Come in altri casi, anche questa volta verranno prese tutte le misure per cercare il recupero dell'animale, mentre sullo zio del bambino peserà una gravissima accusa penale. Come se in sè non bastasse il dolore già subito (è di poche settimane fa la notizia di un nonno che si è ucciso dopo che il suo cane aveva morso la nipotina).
Siamo stanchi di dover dare certe terribili notizie, che invece di diminuire, sembrano aumentare e quasi sempre a danno dei più piccoli e indifesi. La lista delle razze pericolose, abolita per volere della Martini, che lo si voglia o no, costituiva un deterrente per l'acquisto all'acqua di rose di certi cani, che non possono sicuramente essere considerati allo stesso modo di innocui barboncini. Forse, visto il fallimento registrato, non sarebbe il caso di fare un passo indietro?