L'associazione tartufai Sanminiatesi sul proprio periodico denuncia una situazione sempre più allarmante per il numero degli episodi di avvelenamento dei cani nei boschi. Secondo i dati diffusi dall'istituto zooprofilattico nel 2008 nella sola provincia Firenze sono risultati positivi alle analisi ben 98 campioni di tessuto. Di questi 36 appartenevano a cani, morti per avvelenamento. Segue la provincia di Pisa, con altri 61 casi accertati. Le sostanze più utilizzate sono pesticidi, metaldeide, fosfuro di zinco e stricnina.
Per i tartufai il problema è molto serio, vista anche la difficoltà e l'onerosità di comprare e allevare un buon cane capace di ricercare i preziosi tartufi. Per cercare di ridurre il problema, ricordano, è stato emanato un decreto a firma del Ministero della salute e della Regione Toscana che obbliga le aziende produttrici di quelle sostanze ritrovate nei bocconi ad associare ai loro prodotti delle sostanze che li rendano inappetibili per i cani. Uno sforzo apprezzabile che però non risolve il problema. Per alcuni tartufai la soluzione è addestrare i cani a lavorare con la museruola, ma anche qui sorgono diversi problemi, visto che a quanto pare, il lavoro del cane non è ottimale in queste condizioni.