I cinesi diventano sempre più capitalisti e insieme all'apertura al mercato occidentale acquisiscono sempre più valori tipici del nostro mondo. E' così che il movimento nazionale per la difesa di cani e gatti, che sempre meno finiscono in padella, sta prendendo piede in tutto il paese. I cinesi cominciano a sentire come una vera barbarie quella di allevare cani e gatti per il consumo alimentare e incementano il concetto di “animali da compagnia”, tipico dei paesi più industrializzati.
La questione è soprattutto di tipo sanitaria: il consolidarsi del benessere economico permette ora una maggiore attenzione al diffondersi di malattie dovute alle precarie condizioni sanitarie negli allevamenti e rispetto ai metodi di macellazione. Cani, gatti e altri mammiferi sono infetti spesso malati di salmonellosi, pastorellosi e giardia, infezioni che possono trasmettere all’uomo.
Anche in Cina si assiste ad una crescita esponenziale di gruppi ambientalisti tanto che si prospetta come imminente l'adozione di una specifica legge sul benessere animale, per ora al vaglio delle autorità governative.