Con la ratifica della Convenzione di Strasburgo, a 23 anni dalla sua emanazione, il traffico irregolare di cuccioli diviene in Italia un reato a tutti gli effetti, punibile con sanzioni amministrative fino a 1000 euro per ogni animale senza certificati per ogni animale introdotto illegalmente. La Convenzione introduce anche sanzioni amministrative accessorie per gli trasporta gli animali irregolarmente e per i titolari delle aziende complici dell'introduzione illecita di animali.
Aumentate anche le sanzioni previste nel Codice penale per i reati di maltrattamento e uccisione di animali, reato punibile con la reclusione fino a 18 mesi. Le multe previste passano invece da 3000 a 15000 euro a da 5.000 a 30.000 euro. Completamente cancellate già dall'esame in Senato invece le norme che miravano ad eliminare la possibilità di intervenire con interventi ai fini venatori ed estetici.
Il ministro Frattini ha dichiarato che la ratifica, approvata da una larghissima maggioranza (solo 13 astenuti) tratta di una tappa fondamentale di una battaglia di civiltà.
Soddisfatta anche Francesca Martini che ha parlato di “risultato storico”. “Non ci siamo solo limitati alla ratifica – ha detto - ma abbiamo aggiunto un nuovo reato sul traffico degli animali di compagnia, un giro d'affari di centinaia di milioni di euro con cuccioli introdotti dall'Europa dell'Est e venduti a poche decine di euro. L'obiettivo - conclude Martini - è stroncare un traffico illegale che fa male agli animali, ma anche agli allevatori e a chi li acquista".
Gabriella Giammanco (nella foto), Pdl, ha espresso rammarico per l'abrogazione al Senato della proposta “per cui - ha detto - tanto avevamo lavorato alla Camera, che faceva rientrare nel reato di maltrattatamento l’amputazione di code e orecchie agli animali da compagnia. Ecco perche’ assieme ad altri colleghi - annuncia - ho presentato un ordine del giorno accolto dal governo che lo impegna a introdurre quanto prima, in un altro provvedimento legislativo, precise sanzioni a carico di chi sottopone un animale all’amputazione della coda o delle orecchie a scopi non terapeutici ma solo per modificarne l’aspetto estetico”.