Il vergognoso crollo verificatosi a Pompei porta a galla un'altra triste verità legata al degrado del sito archeologico: il pericolo reale per i turisti di imbattersi in cani randagi, lasciati liberi di circolare tra le rovine. Quella situazione è stata affrontata con il commissariamento da parte del Governo avvenuto nel febbraio del 2009, che sembra l'ennesimo episodio sfruttato a favore dalle associazioni animaliste per censire, vaccinare, curare, sterilizzare e spostare dal sito i cani randagi presenti.
"Parte il progetto "(C)Ave Canem"- riferisce Federfauna - viene aperto un sito internet ad hoc e c'e' un poderoso lancio pubblicitario sulla stampa in cui si dice che "I cani saranno adottabili in tutto il mondo", c'e' addirittura una presentazione in pompa magna dell'iniziativa con il soprintendente, il sottosegretario ai Beni e alle Attivita' Culturali e gli immancabili presidenti delle associazioni animaliste Lav, Enpa e Lega nazionale difesa del cane. Di cani pero' ne verrebbero censiti solo 56 (per fortuna che si parlava di "diffuso problema di randagismo") e il 14 febbraio 2010 un articolo su l'Unita' fa sapere che ne sarebbero stati adottati ben 4, per una spesa di 86mila euro in tre mesi". Alla fine i cani adottati al termine del progetto alla fine di luglio saranno solo 26 e di randagi purtroppo nel sito ce ne sono ancora.