Un servizio della trasmissione Le Iene, in onda la settimana scorsa, ha messo in evidenza un grave problema che riguarda la cinofilia italiana: il commercio di cani malati provenienti dai “canifici” dell'Est Europa. Importati soprattutto dall'Ungheria, senza documenti e microchip, o meglio, con microchip falsi che vengono prontamente sostituiti da quelli italiani una volta passata la frontiera, questi cani costano molto meno proprio perchè allevati a basso costo. Privati delle attenzioni sanitarie di base e trasportati in pessime condizioni, i cuccioli hanno spesso patologie genetiche gravi, che non vengono riconosciute e fermate tramite criteri di selezione adeguati, arrivano in Italia debilitati e muoiono in pochi giorni anche se al momento dell'acquisto sembrano in buone condizioni (grazie a qualche iniezione rinvigorente). Il commercio in Italia, secondo l'allevatore genovese Santo Sanfilippo, ha le sue basi a Genova e a Torino, da qui i cani finiscono nei negozi di tutta la penisola, molto più difficile è invece trovare questi cuccioli negli allevamenti, dove le attenzioni sono solitamente più rigorose e di conseguenza i prezzi più alti.