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Quasi ogni giorno ci sono Italiani che scendono in piazza, ieri la Banca d'Italia ha detto che il debito pubblico, gia' pari a 1.763,9 miliardi a fine 2009 (116,0 per cento del PIL), e' cresciuto a fine 2010 fino a 1.843,2 miliardi, Eurispes ha recentemente fornito il quadro di un'Italia costretta a risparmiare addirittura sul cibo, le banche avvisano che sempre piu' gente non riesce a sostenere i mutui, eppure oggi in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, si torna a parlare di Modifiche alla legge n. 281/1991, in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo". Così Federfauna in una nota commenta la ripresa dell'esame dei vari testi presentati sull'argomento, a firma di Ceccacci Rubino, Mancuso, Santelli, Tortoli, Turco, ecc.
"I testi - prosegue la nota di Federfauna - sono tutti visionabili sul sito della Camera dei Deputati: c'e' chi propone piani straordinari che ovviamente necessitano di contributi straordinari, chi la riqualificazione dei ricoveri, chi addirittura le case famiglia per cani. C'e' chi propone che le Regioni indennizzino gli imprenditori agricoli per le perdite di capi di bestiame causate da cani randagi o inselvatichiti". "Non sarebbe forse meglio - commenta Federfauna - impiegare quei soldi per eliminarli i cani randagi o inselvatichiti che aggrediscono il bestiame e ahime', spesso anche le persone?".
Un'altra delle proposte in esame chiede addirittura che i proprietari o detentori che non provvedano a sterilizzare il proprio animale, in caso di cucciolate, siano tenuti al pagamento di un'imposta comunale annuale di 300 euro.