La Cassazione pochi giorni fa ha confermato la condanna ai proprietari di alcuni cani che, abbaiando tutta la notte, rendevano impossibile il sono dei condomini. La condanna appare sproporzionata (2 mesi di carcere, attenuanti generiche e condizionale negate) ma è dovuta principalmente al comportamento irresponsabile dei quattro cittadini nisseni che non hanno prestato attenzione alle lamentele dei vicini e non hanno preso provvedimenti per ridurre il fastidio causato dai loro animali.
A quanto pare la Cassazione ha rilevato come determinante il fatto di non aver impedito l'effetto emulazione dei latrati (quando iniziava uno, tutti gli altri cani lo seguivano). La giurisprudenza si è espressa più volte su questo problema, frequentemente portato in tribunale da vicini litigiosi, ed ha stabilito un certo margine di tolleranza rispetto ai rumori molesti dovuti alle intemperanze dei cani. Ma quando i latrati si concentrano nelle ore notturne e causano stress e insonnia, i proprietari ne devono rispondere.