Suor Laura Girotto, missionaria in Etiopia di ritorno in Italia per la raccolta di fondi a favore dei bambini meno fortunati in Africa, ha ascoltato incredula una trasmissione radiofonica in cui si parlava di benessere animale, in particolare dei problemi dei cani a cui si consumano le unghie. Gli esperti consigliavano alcuni farmaci e se necessario il ricorso allo psicologo canino, la toiletta e una buona attività fisica. Il monito della suora, "indignata, scandalizzata e confusa" anche per le tante iniziative per adottare i cani a distanza o i reparti interi di supermercati dedicati ai giocattoli per coccolarli, è giunto fino al più importante quotidiano nazionale, Il Corriere della Sera, ripreso dal noto giornalista Gian Antonio Stella.
Anche Suor Laura, devota di San Francesco, ama e rispetta gli animali ma non può far a meno di evidenziare quello che una missionaria a contatto con la vera disperazione umana, con la follia di un mondo che va avanti nonostante la denutrizione di tanti, troppi bambini nel mondo, vede ogni giorno. “Io li amo gli animali – scrive la suora nella sua lettera ai quotidiani - ma santo Iddio! Ad Adua i bambini muoiono per delle sciocchezze, magari solo perché manca la cannula per metterli sotto flebo e reidratarli. Basta una diarrea infantile per uccidere un neonato in 24 ore. Come posso accettare questo abisso fra l' attenzione per gli "amici dell' uomo" e il disinteresse invece per l' uomo?”. “C' è chi dirà – spiega - che non è facile, per gli italiani, «sentire» davvero un problema come quello dell' Africa più povera così lontana, così remota, così assente dalla nostra quotidianità. E che nella nostra società alienante dove è così facile sentirsi soli, la vita stessa delle persone può dipendere a volte dal conforto di una bestiola, l' unica a rompere l' isolamento, ad attutire l' angoscia della solitudine. Ed è davvero così. C' è la mancanza di amore, dietro l' amore per il cane o il gatto. I quali riempiono gli spazi lasciati vuoti dai figli, dai fratelli, dalle famiglie di un tempo”.
Quello che indigna la missionaria è poi che si trovino spazi continui in tv e sui giornali per parlare degli amici a quattro zampe e dei loro problemi, mentre è massima l'indifferenza nei confronti di interi popoli senza medicine, istruzione e possibilità di lavoro, al punto che, dice, “non trovo i soldi per un ospedale dei bambini, non trovo spazi per urlare che non è giusto”. Infine una speranza, quella che gli italiani possano in qualche modo compensare una delle pagine più tristi della sua storia, donando ad Adua (dove il fascismo infuriò un'atroce battaglia) un ospedale per i bambini, così che, dice la missionaria “la mia terra potrebbe finalmente essere ricordata per la Vittoria di Adua”. Chi volesse maggiori informazioni sull'associazione di Suor Laura si colleghi al sito www.amicidiadwa.org.