Riceviamo e pubblichiamo:
Dopo l’ennesima discussione apertasi sul possibile taglio della coda a singoli cani di alcune razze, il Presidente nazionale dell’Arci Caccia, Osvaldo Veneziano, ha dichiarato:
“E’ tempo di grande sofferenza nel mondo e si fa molta fatica a cercare una qualche motivazione ragionevole alle polemiche che l’ENPA e i soliti ministri animal-estremisti, hanno sollevato sul provvedimento del Ministro Fazio che autorizza il veterinario a poter intervenire, in modo indolore, fatte tutte le verifiche comprese le attività che il cane farà, per tagliare la coda di singoli cani che praticano la caccia per prevenire le lesioni, le mutilazioni, i tumori che potrebbero derivare al cane per un movimento della coda eccessivo quando si trova tra i roghi, nei boschi, ecc…
Non è comprensibile cosa abbia a che fare questa prevenzione con i giusti divieti – e da noi condivisi - di mutilazione che la legislazione italiana, ha recepito.
Il piacere, dimostrabile, di un cane che ama la caccia, coincide con il comune interesse di prevenzione dell’uomo che vive con lui, così come coincidono gli interessi di uomini e animali quando le Istituzioni, per controllare il randagismo, sostengono la sterilizzazione.
A chi, del popolo degli umani, giovano queste polemiche fuorvianti, non è chiaro. L’estremismo offende la ragione. Sono le ombre, gli equivoci sulle finalità. Conseguentemente ci si chiede: ma queste associazioni di amanti degli animali che fanno squadra con ministri che vogliono una caccia consumistica e a pagamento, perché vogliono far rischiare al cane un tumore? E il dubbio sul come estrinsecano il loro “amore” è lecito: guardando alla loro polizia privata armata di pistole e talvolta mitragliette. Per sparare a chi, ci chiediamo, uomini, randagi o per difendersi dal lupo cattivo? E’ così che esprimono al meglio il loro essere anticaccia e antitutto e il loro affetto agli esseri viventi? Quanto stride questa immagine, non certo buonista, con un camice, un’anestesia che evita una coda insanguinata e lacerata e una sofferenza all’animale.
Tornerà il tempo di una politica e di un associazionismo non di comodo, meno opportunista, meno fatto da pubblicità ingannevoli e più di scelte condivise nell’interesse prioritario del Paese.
Non perdiamo la speranza, anzi sempre più convintamente ci lavoriamo”.
Ufficio Stampa Arcicaccia