Pochi giorni fa l'Enci ha espresso le proprie valutazioni di merito sulla bozza unificata
in meteria di animali di affezione e randagismo in un'audizione tenuta presso la
Commissione Affari Sociali della Camera, dove il testo è attualmente in discussione prima di proseguire il proprio iter.
Tra le varie osservazioni, alcune attengono allo snellimento dell'eccessiva burocrazia che danneggia il lavoro degli allevatori cinofili (proponendo per esempio che l'Ente possa implementare le banche dati dell'anagrafe canina al momento dell'iscrizione nei registri genealogici), altre alla valorizzazione della cinotecnia italiana, altre ancora sulla sfera del benessere animale. In tal senso l'Enci ha rimandato ogni considerazione sulle mutilazioni alle disposizioni tecniche emanate dal Ministro della Salute il 16 marzo scorso che forniscono – spiega una nota dell'Ente – chiare indicazioni nell'interesse dei cani e dell'allevamento cinofilo.
Capitolo a parte l'uso dei collari elettrici, per cui l'Enci ha richiesto un tavolo tecnico di confronto per l'assunzione di decisioni che poggino su reali dati scientifici. Posizione che – precisa l'Enci – scaturisce dalla assoluta necessità di tutelare il cane nell'ambito di una sempre più ampia e profonda attenzione al benessere animale”. Attualmente, viene constatato nella nota dell'Ente, non esistono norme che vietano efficacemente e neppure regolamentano l'utilizzo di collari elettrici, lasciando dunque aperta la possibilità che possano di fatto essere utilizzati in modo incivile e dannoso, ecco perchè l'Enci richiede che sulla questione venga posta urgentemente la massima attenzione del legislatore. “I regolamenti nazionali dell'Enci – si legge nella nota di questi giorni che respinge ogni tentativo di strumentalizzazione sul tema a firma del Presidente Francesco Balducci -, nel rispetto delle leggi vigenti, sottolineano l'assoluto divieto di utilizzare strumenti coercitivi sui cani in rispetto anche ai principi emanati della Federazione Cinologica Internazionale”.