La Regione Emilia Romagna grazie alla collaborazione dell'istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna e del Corpo forestale dello Stato, ha tracciato la mappa dei luoghi considerati a rischio per gli avvelenamenti. Il lavoro è stato possibile grazie ad un constante monitoraggio e alla partecipazione attiva dei cittadini. E' infatti grazie all'aumento delle segnalazioni, che nel 2010 sono stati recuperati 748 reperti (esche e animali morti per sospetto avvelenamento) e 688 nel 2009, quasi il doppio rispetto agli anni precedenti (il numero oscillava tra 300 e 400). Cani e gatti sono i più colpiti, seguiti da piccioni e animali selvatici. Obiettivo della mappa e' consentire una migliore scelta delle azioni di contrasto e repressione del fenomeno
Nei territori di caccia si dovrà intercettare la presenza di predatori di selvaggina (cani, gatti, volpi, lupi), nei pascoli e nelle campagne impedire il vagare di cani liberi, nelle tartufaie il controllo del territorio rispetto alla raccolta dei tuberi, nelle zone agricole impedire il passaggio di cacciatori con cani.
Gli avvelenamenti riguardano anche le aree urbane. Per i cani e i gatti sembra che le motivazioni siano da ascriversi a fenomeni di ritorsione nei conflitti tra vicini o azioni dovute all'insofferenza verso gli animali domestici. I veleni utilizzati sono in prevalenza pesticidi ed erbicidi, ma anche sostanze per uccidere i topi e insetticidi. Nell'occasione, la Regione ricorda che il riferimento per i cittadini, per qualsiasi segnalazione, e' il veterinario di fiducia o il veterinario dell´Ausl, oppure il numero di emergenza ambientale gratuito 1515 del Corpo forestale dello Stato.