La spesa per la salute e la cura dei nostri cani tra visite veterinarie, antiparassitari, cibo e quant'altro, incide sempre più sul bilancio familiare, tant'è che si vocifera la prossima istituzione di un servizio sanitario nazionale per animali domestici. In questa direzione si è mossa anche l'ANMVI, Associazione Nazionale dei Medici Veterinari italiani, con la proposta di una riduzione dell'Iva sulle prestazioni veterinarie, in linea con le indicazioni europee per l'armonizzazione delle aliquote su scala comunitaria e con la facoltà definita dal Commissario Europeo lasciata agli stati membri di prevedere riduzioni impositive in alcuni settori economici. Ieri è però arrivato il parere negativo dell'ufficio legislativo del Ministero dell'Economia e delle Finanze che, tramite una nota, ha spiegato che per quanto riguarda le prestazioni veterinarie "non è previsto alcun regime agevolativo, anche in virtù del fatto che ad oggi, tale ipotesi sarebbe incompatibile con la normativa comunitaria Iva".
L'ANMVI ha fatto sapere che, pur comprendendo la difficoltà del governo di ridurre le entrate all'erario nel difficile periodo finanziario che stiamo vivendo, non condivide le posizioni espresse dal ministero portando a prova il fatto dell'esistenza di diversi Paesi europei in cui il trattamento fiscale in ambito veterinario è molto meno pesante rispetto all'Italia.