Il recente crollo di parte di edifici che costituiscono uno dei più preziosi patrimoni archeologici al mondo, non è che la manifestazione più evidente del grado di incuria che esiste nell'area di Pompei, dove, nonostante i soldi spesi e i progetti per le adozioni, persiste purtroppo anche l'emergenza randagismo. Un fatto gravissimo visto che di mezzo c'è l'incolumità delle centinaia di turisti che ogni giorno visitano gli scavi e va da sé, anche ciò che sta tanto a cuore al nostro ministro del Turismo, l'immagine dell'Italia all'estero, già abbondantemente danneggiata da un'altra vergogna partenopea: la vicenda dei rifiuti.
I randagi pochi giorni fa hanno aggredito il custode del sito archeologico, che è stato morso ad una mano e martedì scorso la stessa sorte è capitata prima una donna veneta, poi un accompagnatore turistico tedesco, entrambi morsi a mani e braccia.
Ai più distratti ricordiamo che per la soluzione del problema sono già stati spesi nel 2009 86 mila euro, in parte distribuiti alle associazioni animaliste per le adozioni. Peccato che i cani non si siano mossi dagli scavi. A quanto pare, così riferisce il Gazzettino Vesuviano, il cane che ha azzannato il custode e i turisti è proprio uno di quelli “schedati” e non adottati durante il progetto antirandagismo: un molosside di taglia grande. Sul caso intervengono Cisl e Uil denunciando un fallimento totale di tutti i progetti intrapresi dai vari soprintendenti e commissari. "Speriamo - rilevano i sindacati - che l’amministrazione, attualmente sfuggente al problema, si adoperi per rendere fruibile l’area archeologica degli scavi senza procurare inquietudine, per la presenza di questi randagi, a turisti e custodi che vivono l’area archeologica”.