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Rabbia. Allarme dell'Oms. Tenere alta la guardia


venerdì 10 giugno 2011
    
L'Organizzazione mondiale della Sanità ha rilanciato l'allarme rabbia: poca la prevenzione e virus più forti. Il ceppo in Arizona è mutato, avverte l'Oms e può essere trasmesso anche tramite le vie respiratorie. In America il problema ha riguardato addirittura il Central Park di New York, dove sono stati trovati 50 procioni infetti.
 
Da noi, dopo i numerosi casi conteggiati tra il 2009 e il 2010 nel Triveneto, sono state prese imponenti misure per arginare la situazione: esche con il vaccino disseminate nei boschi per le volpi e divieto temporaneo per i cacciatori di uscire a caccia con il proprio cane.  Misure che hanno sicuramente avuto un esito positivo (si stima che oltre la metà delle volpi si siano state immunizzate). La situazione va comunque tenuta sotto controllo, anche perchè la malattia può manifestarsi a lunga distanza dal contagio e portare irrimediabilmente alla morte anche noi umani.  L’Oms avverte che nel mondo muore di rabbia una persona ogni dieci minuti.

“Il fatto che in inverno siano diminuiti i casi - dichiara sul Corriere della Sera Angelo Troi, segretario nazionale del Sindacato dei veterinari libero professionisti (Sivelp) non deve far abbassare la guardia. Per i proprietari degli animali valgono le precauzioni stabilite da ministero della Salute e Regione Veneto.  Le profilassi continuano: vanno vaccinati tutti i cani che si trovano in alcune zone a rischio del Veneto: le province di Belluno e Treviso, la parte orientale della provincia di Venezia e l’alto vicentino. Ma anche i gatti.
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