Le associazioni animaliste ottengono denaro pubblico per gestire i randagi, propongono soluzioni fantasiose come la sterilizzazione delle nutrie, progetti senza responsabilità, vogliono disporre dei fondi della Sanità e dei Comuni per pagare personale e veterinari e via dicendo. E' in quest'ottica che sempre più propongono “la protezione degli animali anche come sfida occupazionale". Questo infatti il tema di un recente incontro tenuto a Roma da Pd e associazioni animaliste, portato in evidenza oggi dalla confederazione Federfauna.
In quell'occasione Gianluca Felicetti, presidente della Lav, ha fatto notare come possano fornire occupazione la ricerca senza l'uso di animali o il recupero degli animali selvatici feriti o sequestrati, o quanto la stessa professione veterinaria lavori grazie alla protezione degli animali.
Peccato che questi soldi non siano disponibili e che, come sottolinea Federfauna i fatti dimostrino come siamo ancora ben lontani da una gestione Europea degli animali: “continuiamo – scrive l'associazione - ad avere proprietari poco responsabili, cani senza padrone e Comuni che spendono cifre pazzesche per dare vitto ed alloggio ai cani abbandonati, spesso anteponendoli ad asili, ospedali e ricoveri. Si continua a chiedere impegno allo Stato per fingere di risolvere un problema che forse si vuol mantenere”.