In questi giorni circola la notizia che la Lega Nord del Friuli Venezia Giulia starebbe per presentare alcune proposte di modifica alla legge regionale sulla caccia per proporre l'addestramento dei falchi con l'utilizzo di fauna selvatica e l'inserimento tra le specie cacciabili di piccione selvatico occidentale e tortora dal collare, nonché della fauna domestica inselvatichita.
Quest'ultima proposta ha particolarmente fatto infuriare gli animalisti, che fanno notare come cani e gatti siano particolarmente protetti sia dalla legislazione nazionale che da quella sul randagismo, che impone l'assoluto divieto di ogni maltrattamento e della soppressione. Norme tra l'altro, aggiungiamo noi, particolarmente inasprite dalla leghista Francesca Martini, Sottosegretario alla Salute, le cui ordinanze sono divenute il corpo di una riforma che mette al centro la figura degli animalisti e delle loro associazioni nella gestione del fenomeno randagismo.
Intanto la Lav, associazione che influenza spesso la politica animal friendly parlamentare, ha presentato una diffida nei confronti del gruppo regionale della Lega Nord e del Consiglio regionale, sottolineando tra l'altro che "il piccione selvatico e la tortora dal collare sono animali protetti dalla legge quadro nazionale sulla fauna selvatica pertanto, se il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia approvasse le proposte della Lega Nord, di fatto consentirebbe pratiche di vero e proprio bracconaggio. Non diversa la situazione per quanto riguarda l'addestramento dei Falchi su fauna selvatica: anche questa proposta - aggiungono dalla Lav -, se fosse approvata, trasformerebbe chi la pratica in un bracconiere penalmente perseguibile".