Gli italiani hanno mal digerito gli aumenti a tappeto sui ticket sanitari, necessari, ci hanno raccontato, ad aggiustare i conti dello Stato. Ma mentre ai cittadini si chiede un sacrificio così importante, il disegno di legge che prevede consistenti – e onerosi - cambiamenti nell'assistenza di base dei cani (tutto a vantaggio delle associazioni animaliste, cui sarà affidata la gestione delle strutture), prosegue indenne il suo iter.
Federfauna fa sapere che è stato fissato alle ore 13 di lunedì 25 il termine per la presentazione degli emendamenti al testo unificato delle proposte di legge C. 1172 e abbinate: "Nuove norme in materia di animali d'affezione e di prevenzione del randagismo e tutela dell'incolumita' pubblica". Anagrafe felina, soccorso di animali, Medicina veterinaria di base, cane libero accudito, sono solo alcune delle voci di spesa a carico dei contribuenti contenute del disegno di legge ora in Commissione Affari Sociali.
In base al testo – scrive Federfauna - i Comuni potranno deliberare una specifica tariffa da far pagare ai Cittadini proprietari di cani, ma dovranno destinarne le entrate sempre a iniziative legate al randagismo. Dovranno inoltre provvedere al risanamento dei rifugi esistenti e alla costruzione di nuovi rifugi, dove i cani giacenti garantiranno un "vitalizio" a chi li gestisce. E chi saranno mai questi gestori? Il disegno di legge fortemente sostenuto dal sottosegretario Francesca Martini (Lega), relatore Gianni Mancuso (PDL) e' molto chiaro: i comuni, nelle procedure di affidamento non dovranno basarsi unicamente sulla procedura del massimo ribasso e saranno tenuti a dare priorita' alle strutture che siano gestite o si avvalgano di servizi prestati da associazioni animaliste".
"Molta gente - continua Federfauna - non sa che costruire un canile ha un costo spesso superiore al milione di euro e che anche i costi gestionali sono ingenti, cosi' come ignora (e forse non viene opportunamente informata) che "i volontari" spesso sono volontari a paghetta: basti pensare che la presidente dell'associazione che gestisce un noto canile di Roma ha recentemente dichiarato candidamente di incassare circa 4,5 milioni euro per la gestione di solo 1000 cani e di avere oltre 110 persone dipendenti (i famosi volontari?). Quante sono oggi le aziende che hanno un volume d'affari tale per potersi permettere 110 stipendi?".
Infine una considerazione logica. "Per un'associazione animalista - conclude Federfauna - basta una legge ad hoc e, naturalmente, che continuino ad esistere icani randagi. Perche' mai queste associazioni gestrici di cotanti fondi pubblici dovrebbero proporre leggi che risolvano il randagismo o che ne abbattano i costi?".