In Umbria si spende troppo per accudire gli animali domestici. E' la denuncia dell'associazione dei consumatori Adoc, la quale rileva che rispetto a 10 anni fa si spende il 62% in più per cani, gatti e altri pet (+8% rispetto allo scorso anno) e che in media si spendono 1.466 euro l'anno per un cane.
“Gli aumenti maggiori si registrano per le scatolette, +10% per quelle dei felini, +12,5% per i migliori amici dell'uomo. Stabile il costo della toletta, sono invece in rialzo i costi degli antiparassitari (+8%) e delle visite mediche di routine, cresciute del 3,3%”. L'associazione non manca di far notare, tuttativa, che ''circa il 10% della spesa per gli amici a quattro zampe finisce nella pattumiera”, “dalle nostre indagini – spiegano - risulta che il 7% dei prodotti alimentari acquistati dagli Umbri non viene utilizzato, perche' scaduto o non gradito dall'animale, mentre c'e' uno spreco di medicinali di circa il 3%”.
Il problema è quindi anche qui legato ad uno stile di vita consumistico: più aumenta la domanda, più l'offerta si specializza, inventando nuovi prodotti dai prezzi sempre più alti (dieci anni fa nessuno aveva sentito parlare di croccantini appositamente studiati per gatti sterilizzati o delle più sfiziose prebalitezze per i palati più raffinati di fido e micio, con tanto di confezioni dosati a singole porzioni). Se poi tornassimo alla sana vecchia abitudine di nutrire i nostri animali con gli avanzi di casa, come si faceva anni fa, gran parte di questi problemi sarebbero risolti. A giovarne non sarebbe solo il nostro portafoglio ma anche l'ambiente e forse anche la salute stessa dei nostri amatissimi animali di casa.