Tra le lettere dei lettori pubblicate da Repubblica di oggi, ne troviamo una che a nostro avviso descrive perfettamente la paradossale situazione dei canili italiani: un sistema enorme che dietro alla facciata del buon volontariato, nasconde spesso e volentieri meri interessi pecuniari, il tutto a svantaggio delle povere bestiole, condannate ad una triste vita in reclusione. A scriverla è Eleonora Angona di Bisceglie (Bt).
"In Italia - dice - inorridiamo al pensiero che nei paesi asiatici i cani vengano usati come cibo, ma non ci fa impressione che gli animali vengano rinchiusi a vita in una gabbia". A detta delle Associazioni, i canili sono stracolmi". Allo stato dei fatti c'è ben poco da fare: "nonostante le denunce - continua la lettrice - nessuno portrebbe togliere di lì i cani e rinchiuderli altrove perchè non c'è posto da nessuna parte. Eppure in Italia esiste una legge che prevede la sterilizzazione dei randagi e la immissione sul territorio per quelli non aggressivi".
"Invece - chiude - questa popolazione di animali è stata fatta crescere a dismisura ad esclusivo vantaggio dei proprietari dei canili: la retta giornaliera media di un cane è di 1,50 euro, l'assicurazione annuale di 35 euro. Ora ogni canile contiene circa 400 cani. Fate voi un po' di conti".