A dirlo è una cittadina, in una lettera inviata al Giornale di Ragusa, indignata per l'immobilismo delle istituzioni nonostante la morte di un bambino, due anni fa a causa di un problema a quanto pare irrisolvibile. Di lui ne ha parlato tutta Italia ma Giuseppe Briafa, il bimbo aggredito a morte da randagi mentre giocava per le strade vicino a casa sua, sembra sia morto inutilmente.
“Nonostante le frequenti segnalazioni agli enti competenti – dice la signora, di cui il quotidiano non rivela l'identità – il problema rimane insoluto”. La cittadina segnala “la presenza di un branco di cani randagi molto aggressivi negli appezzamenti di terra di fronte la mia abitazione, dislocata in via Paolo Borsellino”. “Da almeno due anni – scrive - il problema viene segnalato alla Polizia Municipale e alla Guardia Zoofila e in maniera sempre più insistente da marzo 2011, in concomitanza con l’aggravarsi del fenomeno e con l’aumento dei cani che compongono il branco (al giorno d’oggi almeno sette): abbiamo chiesto più di una volta che le nostre segnalazioni fossero annotate sul Brogliaccio e, alla fine, dopo molto tempo, le Guardie Zoofile hanno effettuato un sopralluogo promettendo di intervenire con delle gabbie…promessa che, ahimè, non è stata mantenuta”.
Il dramma può ripetersi. “Uscendo a piedi da casa mia – dice infatti l'anonima cittadina - i cani hanno provato ad aggredirmi, episodio che si è poi ripetuto nel momento in cui ho provato a rientrare.”Ho chiamato la Polizia municipale che mi ha invitata a rivolgermi alla Polizia Ambientale per questa tipologia di disagi: dopo una lunga attesa mi sono sentita rispondere da chi avrebbe dovuto essere di competenza che una segnalazione verbale è ben poca cosa e che sarebbe stato necessario rivolgermi al Sig. Sindaco e al Sig. Comandante della Polizia municipale attraverso una lettera per avere quanto meno la speranza che questo problema venga preso in considerazione”.
La lettera, inviata anche al sindaco e alla prefettura, confida finalmente in un intervento risolutivo. “La tragica fine del piccolo Giuseppe Briafa Misicoro - conclude la missiva - è uno degli esempi più evidenti di quanto il problema del randagismo sia serio e di quanto questo possa assumere risvolti ben più gravi se incontra il menefreghismo di chi dovrebbe occuparsene”.