Cani denutriti, malati, costretti a vivere in pessime condizioni in strutture fatiscenti. E' questo purtroppo il rovescio della medaglia della legge 281 del 1991, quella che ha dato la possibilità ai comuni (che sono responsabili dei randagi nel loro territorio), in assenza di canile pubblico, di affidare i cani a strutture private, pagando un corrispettivo per il mantenimento e le cure necessarie.
In assenza dei dovuti controlli e facilitate da convenzioni troppo facili, molte, troppe persone hanno approfittato di questa possibilità per fare quattrini. Emblematico che a fare affari con i canili lager è spesso anche la criminalità organizzata, quando non addirittura finte associazioni animaliste a caccia di buoni affari.
L'ennesima testimonianza è pubblicata oggi dal quotidiano l'Eco di Bergamo. Marco Bergamaschi racconta la sua esperienza da ex volontario in una di queste strutture. Sconvolto dalle condizioni in cui versavano i cani nel canile - rifugio convenzionato con un comune della provincia, (cani costretti a vivere tra i loro escrementi, denutriti e malati), ha denunciato la proprietaria. Ma non è un caso isolato. “Dietro ai cani di nessuno - spiega il blogger - impera un sudicio business, suffragato paradossalmente dalla normativa vigente”.
"Il risultato – spiega - è che negli ultimi dieci anni sono sorti centinaia di canili sovvenzionati, coordinati da veri delinquenti, che trattengono e gestiscono migliaia di animali". Basta fare due conti: l'arrivo di ogni cane è un'entrata certa di denaro per tutta la vita dell'animale, ma anche per la sua morte: si ricevono dalle 50 alle 75 euro per ogni carcassa smaltita. "La stessa normativa - spiega ancora il volontario - prevede anche che i canili siano un punto di “transito” per gli animali in attesa di essere adottati e fino a quel momento c'è l'obbligo di curarli nel migliore dei modi; ma la verità è un'altra: costretti al limite della sopravvivenza, questi cani non usciranno mai più da lì, anche se a volerli, ci fosse la famiglia migliore del mondo. E così sulla pelle dei cani vengono sperperati quasi 500 milioni di euro di denaro pubblico".
(10/10/2011)
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