Non intende aspettare l'entrata in vigore dell'emendamento (alla legge Comunitaria) che introdurrà il divieto di allevare in Italia cani, gatti e scimmie per esperimenti scientifici.
Il Ministro Brambilla, che già da tempo aveva dichiarato battaglia contro l'allevamento Green Hill di Montichiari (BS), che produce beagle da inviare ai laboratori di mezza Europa per la multinazionale Marshall Farm, ha inviato un esposto alla procura della Repubblica di Brescia, al Comando nazionale dei carabinieri Tutela della salute e al nucleo dei Nas di Brescia, per chiedere che siano accertate “violazioni della normativa statale e regionale in materia di tutela del benessere degli animali di affezione”. Ed eventualmente, se ne fossero riscontrate, di adottare i necessari provvedimenti, compreso il “sequestro degli animali detenuti nella struttura”.
Secondo le denunce di gruppi di animalisti della zona, la struttura ospiterebbe più di 2500 cani adulti, più le varie cucciolate, in condizione di sovraffollamento. Una circostanza che, sottolinea il Ministro, al di là della sua intrinseca gravità (ovvero il reato del maltrattamento animale), “produce un gravissimo pregiudizio all'immagine del nostro Paese”. “Il ministro del Turismo – sottolinea - intende farsi interprete ancora una volta delle istanze di quella maggioranza degli italiani che ama gli animali e vuole vederli rispettati. “Una fabbrica di morte”, così la Brambilla definisce l'allevamento, “non può trovare spazio in un grande paese civile quale è l'Italia”.
L'importante è che, una volta sequestrati, questi cani non finiscano in altre strutture fatiscenti, come molti dei canili italiani. Data l'entità dei cani in questione, e soprattutto la già precaria situazione delle strutture comunali, difficile pensare di sistemarli in idonei alloggi e in situazioni di non sovraffollamento. Ma evidentemente la Brambilla avrà già pensato ad una soluzione.
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