Il Parlamento rumeno ha approvato con 168 voti a favore, 111 contrari e 14 astenuti, la legge che rende possibile l'abbattimento dei randagi. Una decisione che, qualora la norma entrasse in vigore (prima dovrà essere firmata dal presidente rumeno Basescu) darà facoltà alle autorità locali di sopprimere i cani catturati dopo un periodo di almeno 30 giorni.
Una soluzione estrema ma necessaria secondo i proponenti, di fronte al dilagare di un fenomeno che sta creando molti disagi nel paese. Si calcola infatti che nella sola Bucarest vivano circa 50 mila cani randagi, spesso riuniti in pericolosi branchi. Il fatto ha scatenato polemiche in tutta Europa da parte dei gruppi animalisti che imputano agli amministratori di aver escogitato un modo per ricevere finanziamenti (sono previsti fondi per l'operazione "anti-randagi").
Come in Romania anche l'Italia ha contato negli ultimi anni tragiche vicende legate al fenomeno del randagismo che hanno portato anche alla morte di alcune persone. Il tutto, soprattutto in molti comuni del sud Italia, è aggravato dalla penuria di risorse pubbliche, di strutture e di personale necessari a garantire una vita dignitosa a questi animali e, al contempo, la sicurezza delle persone. Un anno fa il sindaco di Altavilla Irpinia ci aveva provato ad autorizzare l'abbattimento dei soggetti più pericolosi (ordinanza poi ritirata dopo i ricorsi animalisti). "Spendiamo più per i cani che per le persone – aveva dichiarato il sindaco Alberico Villani ricordando che nessuno aveva voluto adottare i cani, nemmeno con il contributo di 100 euro -. Ogni anno nel nostro bilancio ci sono 40mila euro per i randagi, meno di 30mila per i servizi sociali".
(23/11/2011)
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