Non ha successo tra i leghisti il filone animalista inaugurato dalla deputata Francesca Martini e inseguito in maniera saltellante da Renzo Bossi, consigliere regionale in Lombardia, ultimo figlio di Umberto. Il filo conduttore continua ad essere, come da statuto leghista, la difesa delle tradizioni locali (caccia in primis) e le attività a forte vocazione rurale, come quella dell'allevamento e dell'agricoltura.
Per tutte queste ragioni le battaglie animaliste del trota continuano ad essere ignorate dall'elettorato leghista, così come dai colleghi di partito. Remzo Bossi in Consiglio regionale ha per esempio promosso iniziative per chiudere Green Hill, l'allevamento di beagle per la vivisezione. Ma la sua voce è rimasta inascoltata.
La presenza del trota, è evidente, è accompagnata da una sorta di indulgenza paterna da parte della Lega, che fa spallucce anche di fronte al fatto che se da una parte chiede la chiusura di Green Hill, dall'altra il rampollo è grande amico della sindaca leghista di Montichiari (dove per altro risiede ed è stato eletto), che non ha nessuna intenzione di cedere alle pressioni di Brambilla e company. Contro Green Hill è partita una petizione, che ha raccolto ben 17 mila firme, ma questa volta Renzo non ha partecipato.