Una sentenza della Cassazione ha riconosciuto il cosiddetto danno morale ai padroni di un cagnolino, preso a calci dal vicino di casa. Oltre ad aver riconosciuto il maltrattamento dell'animale, che ha riportato lesioni e conseguenze emotive e quindi un risarcimento per queste imputazioni, all'uomo è stato intimato di versare 300 euro per la sofferenza provocata indirettamente ai legittimi proprietari. “Ciò che insomma viene riconosciuto – commenta l'etologo Danilo Mainardi sul Corriere della Sera - è che nell'atto di maltrattare un animale d'affezione convergono due reati entrambi meritevoli di sanzione”. Ovvero quello subito dall'animale, riconosciuto come essere senziente e quindi portatore di diritti e dalle persone ad esso affettivamente legate.
Un fatto che non stupisce più di tanto vista la crescente tendenza a trasferire sugli animali sentimenti materni e paterni che culminano a volte in vere e proprie manie spesso anche dannose per l'equilibrio psico fisico di cani e gatti.