E' una delle amare conseguenze del declino economico della Grecia, ormai sull'orlo del fallimento. Cominciano a scarseggiare soldi e generi di prima necessità e gli animali domestici, un tempo coccolati come da noi, finiscono per strada, senza più padroni. I gruppi animalisti del paese, riporta una nota dell'Ansa, non hanno risorse e non riescono a far fronte al mantenimento di tutti i cani raccolti. Le autorità statali hanno smesso di finanziare le operazioni di soccorso degli animali a partire dal 2009, lamentano le associazioni, che da tre anni ormai non ricevono più i finanziamenti concessi dalla legge (circa il 70% del bilancio).
Nonostante gli sforzi la situazione sta precipitando. Il numero dei cani randagi per le strade è troppo alto e ad Atene è addirittura scoppiata un'epidemia di cimurro che, per un cane, è una delle principali cause di morte. Il comune intanto ha dovuto dimezzare il finanziamento al canile pubblico e non si sa ancora per quanto riuscirà ad adempiere al programma di sterilizzzione.
Poco lontano da lì, a casa nostra, in Sicilia, la situazione non è molto migliore. L'altro giorno un branco di una decina di randagi ha di nuovo seminato il terrore nel parcheggio dell'Ospedale di Enna. Ma mentre in Grecia il randagismo è un fenomeno percepito, a casa nostra si fa spallucce. Il gruppo di cani, a quanto pare è presente nell'area dell'Ospedale da un paio di anni e lo stesso succede in altre aree della città e della Regione. “ll fenomeno ha da tempo preso il sopravvento in città destando preoccupazione nell’opinione pubblica” ha sottolineato il consigliere comunale Cesare Fussone in una interpellanza. Ma Comune, autorità pubbliche e servizi sanitari tacciono. E in città non è nemmeno ancora stato attivato il servizio di anagrafe canina.