Fra pochi giorni, come ogni anno alla fine della stagione venatoria, la stampa sarà inondata dalle
ciniche classifiche su morti e incidenti in ambito venatorio stilate da una nota associazione anticaccia, che così cerca di dimostrare la necessità di chiudere la pratica venatoria in Italia. In queste liste, con ogni probabilità sarà inserito anche il nome di Luciano Vasini,
cacciatore di 63 anni morto nei giorni scorsi per tentare di salvare il suo cane, che era finito in un piccolo laghetto artificiale. Cane e padrone sono morti annegati, complice una brutta frattura che l'uomo si è procurato nel tentativo di salvataggio. E' successo a Savignano, nella zona del fiume Rubicone, in provincia di Forlì – Cesena.
A trovare i corpi è stata la moglie, che ha subito allertato i Carabinieri di Savignano e Cesenatico. Purtroppo non c'è stato nulla da fare. Sul Resto del Carlino, Vasini è descritto come
un personaggio conosciuto e stimato, anche se molto riservato e taciturno. “Il suo grande e fedele compagno era Milo inseparabile cane da caccia.
Sono morti insieme, l’uno per salvare l’altro, come in una grande storia d’amicizia” si dice nell'articolo. A queste e alle altre storie simili a questa, che succedano a caccia o altrove, sarebbe dovuto rispetto e silenzio.