E' proprio vero che le buone notizie non fanno notizia. Così, bombardati da continui fatti di cronaca su omicidi, regolamenti di conti, delitti passionali e persino stragi di innocenti, non siamo sempre in grado di accorgerci che, a conti fatti, il rapporto tra numero di armi e morti per arma da fuoco, ci restituisce un quadro di civiltà mai raggiunto prima.
Lo ha analizzato lo psicologo e neuroscienziato ad Harvard Stiven Pinker, che ha scritto un libro (intitolato appunto Il declino della violenza, che esce in Italia in questi giorni con la Mondadori). Lo studioso si è reso conto che il diminuire nel tempo degli episodi violenti, con salti considerevoli rispetto al passato, è un fenomeno reale che non viene raccontato.
“Bisogna guardare i dati – afferma -. E i dati ci dicono che nelle guerre ai tempo delle società non statuali periva circa il 15 per cento della popolazione, mentre oggi non si arriva neppure all'uno. Quanto agli omicidi, siamo passati dai 110 su 100 mila abitanti nella Oxford del XIV secolo, all'uno della Londra di metà del XX secolo”.