L'intesa raggiunta tra democratici e repubblicani sulla riforma delle armi porterà ad un voto in Senato già in queste ore. Al centro della riforma l'aggiunta di controlli preventivi per chi acquista armi, disposizione che sarà regolata da un emendamento, frutto appunto di un compromesso tra le due opposte coalizioni, dopo un complicato lavoro di limatura del testo presentato dall'amministrazione Obama.
Ma la partita è ancora aperta, visto che diversi senatori repubblicani non intendono votare la disposizione, a supporto della Natonal Rifle Association (NRA), la lobby delle armi affatto favorevole a nuovi controlli e limitazioni. "Questa proposta – ha commentato Barack Obama – non è mia e vorrei che alcune sue parti fossero più forti, ma la misura rappresenta un progresso significativo e, se approvata, renderà più difficile l'acquisto di armi da parte di persone considerate pericolose".
Ma la battaglia è soprattutto mediatica: nelle ultime settimane si sono susseguiti show televisivi che hanno supportato la campagna a favore della riforma ospitando i parenti delle vittime delle ultime stragi americane. Molto efficace anche il discorso contro le armi tenuto da Michelle Obama, che in un incontro pubblico a Chicago si è commossa al ricordo di una majorette uccisa vicino a una scuola dopo aver sfilato pochi giorni prima per la cerimonia di inaugurazione del secondo mandato di Barack Obama. Mosse che hanno avuto un effetto dirompente: secondo gli ultimi sondaggi la stragrande maggioranza degli americani, addirittura 9 su 10 è d'accordo con le nuove regole.